Sabato 12 novembre alle ore 9.00 in via di Val Cannuta 247 primo dei tre appuntamenti per la Formazione Continua dei Giornalisti, promosso dall’Università Telematica San Raffaele Roma.

"Webeti vs wetici: il giornalismo nell'era dei social" si avvarrà della partecipazione di tre grandi nomi della stampa italiana, Franco Bechis, Vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, Direttore Responsabile di Libero e Alberto Di Majo, Caporedattore Centrale Il Tempo.

Che lo si definisca “strumento”, “piazza” o “curva da stadio”, il  WEB  è senz’altro uno spazio, un interlocutore, una fonte (di notizie, di bufale, di confronto), con cui il giornalista attuale non può non interfacciarsi. Il titolo del corso si ispira ad un neologismo (rilanciato recentemente del giornalista Enrico Mentana), WEBETE che unisce le parole WEB e EBETE, a indicare la folta foltissima pletora di internauti che, forte della barriera di uno schermo, infesta la rete con la loro disinformazione, mettendo in circolo bufale, utilizzando social e creando account fake a scopi provocatori promuovendo contenuti e linguaggi inappropriai. In questo mare magnum cosa può e cosa deve il giornalista “wetico” (neologismo proposto simpaticamente in questa sede dal San Raffaele per esprimere il concetto esattamente contrario di webete)? Una domanda non soltanto lecita ma obbligatoria in un’epoca di scambio di informazione sempre più incontrollabile, incondizionata e imprevedibile in cui tutti possono essere “cronisti”, più o meno wetici.

Per cercare di rispondere a questo interrogativo, Franco Bechis ricorre ad una simpatica metafora calcistica: «Non cambiano le regole base del giornalismo nell’arena del web, il vero discrimine di cui tenere conto è quello di una professione che per essere tale ha bisogno che si paghi il biglietto allo stadio, lì ci saranno anche ultras, ma con i loro diritti perché hanno pagato il loro biglietto». Mentre Pietro Senaldi svela invece le regole del clickbaiting spiegando «come usarlo e quanto, mostrando cosa “clicca” sul web e quanto velocemente si consumano protagonisti e news».

Secondo Alberto Di Majo: «la Rete ha fatto saltare la “mediazione” e ha allargato il campo della comunicazione, rendendola orizzontale. Allo stesso tempo ha imposto un rapporto nuovo tra gli addetti all’informazione e i destinatari, allargando i confini dell’attività giornalistica o pseudo-giornalistica: blog e social network sono diventati luoghi di notizie (ma anche di clamorosi errori). Quali sono le insidie connesse ai nuovi orizzonti tecnologici? E, soprattutto, non c’è il rischio che internet crei gruppi aggressivi e autoritari invece che una rinnovata democrazia? Infine, siamo tutti “controllati” dai grandi motori di ricerca o dai Social che memorizzano le nostre preferenze e i nostri dati?».

Per maggiori informazioni consultare il sito dell’Ordine dei Giornalisti www.odg.it o https://sigef-odg.lansystems.it/sigef. Oppure contattare la segreteria dell’Università Telematica San Raffaele Roma 0652252552 – info@uniroma5.it.