Quando un incidente ti cambia le prospettive e anche il ruolo in campo. Alessandro Cenicola, portiere della Nazionale Italiana Calcio Amputati laureato in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele Roma, è la prova che gli ostacoli sono più nella nostra mente che nella realtà. Un incidente stradale, nella notte tra il 16 e il 17 novembre del 2016, gli cambia la vita causando l'amputazione del braccio destro all’età di 19 anni. Lui però non si arrende e corona comunque il suo sogno sportivo.

Quella per il calcio è una passione coltivata da sempre da Alessandro, cremonese di 26 anni. Dopo l’incidente, grazie ad un amico, viene a conoscenza del Calcio Amputati, una disciplina praticata da persone con amputazioni riconosciuta dalla FISPES - la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali. Le regole del gioco prevedono però che chi ha un'amputazione ad un arto superiore debba obbligatoriamente giocare in porta, al contrario chi è amputato ad un arto inferiore deve giocare in campo con le stampelle. Questo costringe Alessandro, che da sempre ricopriva il ruolo di mediano, a rivedere il suo gioco e i suoi punti di forza. “Passando dal ruolo di mediano al ruolo di portiere ho inizialmente avuto parecchie difficoltà con il posizionamento e la tecnica di base. I miei allenamenti hanno iniziato a focalizzarsi su atterraggio, uscite e prese. Ma ho subito capito che in alcuni aspetti, come la visione di gioco e la comunicazione, il ruolo da portiere mi apparteneva. Ad accompagnarmi c’era poi il numero che ho sempre indossato, ossia il 4” spiega il giovane atleta che, dopo l’esordio nel campionato amputati con il Vicenza, inizia a indossare la maglia azzurra entrando a far parte degli atleti a interesse nazionale nella squadra costituita nel 2012 sotto l’egida della Presidenza Nazionale del CSI - Centro Sportivo Italiano.

Un solo braccio e un solo guantone per Alessandro, ma su quel campo la disabilità diventa un piccolo dettaglio e la passione sfavilla come se i limiti non esistessero. “Ho sofferto davvero molto. Una serie di avvenimenti mi hanno messo alla prova ma ho avuto la forza di rialzarmi, anche grazie alla mia bellissima famiglia e alla mia fantastica passione. Ho tantissimi progetti per il futuro. Procedo per obiettivi cercando di alzare un po’ alla volta l'asticella. Lavorare nel mondo del calcio e giocare un mondiale con la Nazionale Italiana Calcio Amputati è sicuramente uno di quelli. Ma nel frattempo l’Università Telematica San Raffaele Roma mi ha permesso di coronarne un altro: la laurea in Scienze Motorie” ci racconta.

“Ho scelto questo Ateneo per la possibilità di organizzarmi come meglio potevo e devo dire che miglior scelta non potevo fare. La qualità della didattica e del personale docente mi ha permesso di conciliare con facilità gli impegni di studio con quelli sportivi e di lavoro. Un particolare ringraziamento mi sento poi di rivolgerlo al Prof. Fabio Poli e alla Prof.ssa Katia Serra” conclude Alessandro “per avermi dato totale disponibilità e tutti gli strumenti necessari a realizzare un progetto di tesi dedicato alla mia esperienza nel mondo del Calcio Amputati: un modo per mette in luce questa disciplina, con la speranza un giorno di essere riconosciuti come atleti professionisti e permetterci di fare quindi della nostra passione il nostro lavoro”.