Rachele Campagnol è l'atleta azzurra di pattinaggio a rotelle pluripremiata, laureata all’Università Telematica  San Raffaele: dopo tre titoli del mondo, un argento e un bronzo mondiale, due titoli europei e tre nazionali consegue con successo anche la laurea magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate.

 

Chi è Rachele fuori dalla pista?

“Una persona ambiziosa e lavoratrice, innamorata della propria famiglia e testarda quanto basta per ottenere ciò che vuole. Ho sempre voluto essere "di più" che una semplice ragazza e la pista me lo ha permesso. Quando sento di "dover staccare la spina" dal mondo reale e dai problemi la pista è il mio rifugio: è un luogo in cui mi sono sempre sentita libera di esprimere le mie emozioni più profonde.”

 

Come è possibile conciliare la routine di allenamento con lo studio, le lezioni e gli esami?

“Essendo una ragazza tenace mi fu subito chiaro dopo le superiori che avrei voluto continuare gli studi. Fortunatamente i miei genitori appoggiarono questa scelta e mi aiutarono con le spese. Scelsi questa università perché, parliamoci chiaro, la mia priorità è sempre stato lo sport. Con l’Università Telematica San Raffaele ho trovato un modo efficace ed efficiente di allenarmi, studiare e iniziare il mio percorso come allenatrice. Non avendo molto tempo libero a disposizione utilizzavo ogni piccola pausa per guardare le lezioni online dal mio iPad e prendere gli appunti per gli esami. Sugli spalti, in treno, in spogliatoio, ogni posto era buono per studiare. Come dice mia nonna "volere è potere" e io ho sempre voluto farcela.”

 

Una tesi sul mental coaching, perché questa scelta?

“Psicologia sportiva è sicuramente una delle mie materie preferite. Appena concluso l'esame del primo anno di magistrale chiesi subito al professor Bernardi di farmi da relatore. Il mental coaching è molto importante per una sportiva di livello internazionale come me e fortunatamente io sono seguita da uno dei maggiori esponenti di questo settore, il dottor Daniele Popolizio, che mi ha fatta appassionare a questo argomento. A discapito di ciò che si crede, chiedere un aiuto a persone specializzate non è una debolezza, anzi, è un segno di grande consapevolezza e forza. Io ho sempre saputo quali fossero i miei limiti e insieme al mio team li sto superando”.